Quanti termini esistono rispetto al grande tema della MIGRAZIONE?  

Il mondo della migrazione è una realtà variegata e complessa. Spesso ci capita di fare confusione con l’utilizzo dei termini quale richiedente asilo, rifugiato, migrante irregolare… Questo box è pensato come uno STRUMENTO DI AIUTO per navigare nel complesso mondo della migrazione e dell’asilo ed evitare che il significato delle varie CATEGORIE utilizzate per descrivere il fenomeno migratorio venga frainteso.  

È importante ricordare che la distinzione in categorie è sempre limitante!  

Non c’è una sola ed unica ragione che spinge le persone a lasciare il proprio paese, ma è spesso il risultato di molteplici cause. Tuttavia, una volta che una persona straniera giunge in Italia viene inserita in un sistema di accoglienza e presa in carico che ne stabilisce i diritti e i doveri, e risulta necessario l’utilizzo di categorie per comprendere l’attuazione di tali confini giuridici.   

 Dunque, facciamo un po’ di chiarezza sulle PAROLE più utilizzate per descrivere il fenomeno della migrazione.  

Il termine più usato è RIFUGIATO.

Il termine “rifugiato” fa riferimento ad uno status giuridico definito dalla Convenzione di Ginevra del 1951. La Convenzione di Ginevra definisce rifugiato “chiunque, nel giustificato timore d’essere perseguitato per la sua razza, la sua religione, la sua cittadinanza, la sua appartenenza a un determinato gruppo sociale o le sue opinioni politiche, si trova fuori dello Stato di cui possiede la cittadinanza e non può o, per tale timore, non vuole domandare la protezione di detto Stato.” Un rifugiato è anche definito come titolare di una forma di protezione internazionale chiamata asilo politico. Chi ottiene lo status di rifugiato è infatti in possesso di un permesso di soggiorno per asilo politico, che ha una durata di cinque anni. 

Vediamo insieme il significato degli altri termini che descrivono la migrazione.

Profugo

È colui è in fuga dal proprio paese a causa di guerre e conflitti, ma non rientra nella categoria giuridica di rifugiato.  

La distinzione deriva dal fatto che un profugo non ha ancora avanzato richiesta di protezione in un altro paese. Spesso questo termine può fare riferimento alla categoria di “sfollato interno”, ovvero una persona che ha dovuto lasciare la propria dimora abituale per cercare rifugio in altro luogo all’interno del proprio paese. 

Migrante economico

È una persona in cerca di un’occupazione lavorativa in un territorio diverso da quello d’origine con il fine di migliorare le proprie condizioni di vita. Questo termine viene spesso utilizzato per distinguere coloro che scappano dal proprio paese forzatamente rispetto a coloro che lasciano il paese per migliorare la qualità della vita, nonostante questa differenza non sia sempre facilmente distinguibile.  

Migrante forzato

È colui che decide di lasciare il proprio paese poiché vede minacciata la propria sopravvivenza. A differenza del ‘rifugiato’, il migrante forzato non è ‘giuridicamente’ riconosciuto a livello internazionale. 

Migrante irregolare

È colui che è entrato in un paese senza un regolare controllo alla frontiera, oppure che ha fatto ingresso regolarmente ma ha un visto o permesso di soggiorno scaduto.

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