Il lavoro di équipe – i ruoli nel SAI

L’eterogeneità dei servizi offerti dal SAI è rispecchiata nella figura degli operatori che gravitano internamente ed esternamente al progetto di accoglienza.

I diversi operatori compongono un’equipe di lavoro che si raccoglie regolarmente in momenti di riunione necessari a definire il piano di lavoro relativo ai beneficiari, la programmazione e il monitoraggio del progetto di accoglienza, e l’eventuale risoluzione di problemi e criticità.

La gestione e la strutturazione dell’equipe è definita dall’ente gestore del SAI.

Un’equipe funzionale è caratterizzata dalla presenza di figure professionali eterogenee con formazioni professionali adeguate al ruolo ricoperto all’interno del progetto. Le diverse personalità che compongono l’equipe devono lavorare in SINGERGIA tra di loro e con gli operatori degli altri servizi pubblici a cui il SAI fa riferimento.

Le figure presenti nell’equipe sono:

  • Coordinatore dell’equipe
  • Case manager (educatore professionale)
  • Assistente sociale
  • Operatori preposti a garantire i servizi di mediazione linguistico culturale (posso essere sia figure interne che enti terzi)
  • Operatori di riferimento per l’accoglienza materiale (referente area logistica, educatori o figure preposte alla gestione degli spazi dell’accoglienza)
  • Operatori legali (referente area legale, avvocati, consulenti legali)
  • Operatori sanitari (referente area salute e benessere, psicologi, medici, operatori sociosanitari)
  • Operatori dedicati agli interventi di orientamento e accompagnamento all’inserimento sociale, lavorativo, abitativo (referente area inclusione, referente area lavoro e formazione, referente area housing, consulenti interni o esterni)
  • Responsabile amministrativo
  • Personale ausiliario (custode, addetti alla cucina, addetti alle pulizie e manutenzione degli spazi)

Il coordinatore dell’équipe

Il coordinatore è la figura centrale nell’organizzazione del progetto ed è fondamentale la sua interazione con il resto dell’équipe.

I compiti del coordinatore del servizio sono diversi: la gestione e selezione del personale; la conduzione delle riunioni d’equipe e la gestione delle dinamiche interne ad essa; la collaborazione e la promozione di reti con i servizi attivi sul territorio, la promozione di contesti di formazione e aggiornamento per i membri che compongono l’equipe.

Nel SAI “Casa di Betania”, il modello organizzativo dell’Ente gestore è stabilito dal coordinatore così come l’organizzazione dei ruoli all’interno dell’equipe, la selezione e condivisione degli obiettivi da stabilire con i beneficiari del progetto.

In relazione agli ospiti del SAI “Casa di Betania”, il coordinatore dell’equipe si occupa di presentare il PATTO DI ACCOGLIENZA e il REGOLAMENTO del progetto di accoglienza durante quello che è definito il colloquio di ingresso, ovvero il colloquio che sancisce l’entrata formale del beneficiario nel progetto di accoglienza. Durante questo colloquio il beneficiario viene informato sul funzionamento della struttura e sulle regole da rispettare e gli viene richiesto di sottoscrivere il patto di accoglienza, nel quale viene ufficializzata la presa in carico del soggetto all’interno del SAI.

Il case manager

Il case manager è una figura centrale all’interno del progetto SAI. Si occupa infatti della definizione e co-costruzione insieme al beneficiario del progetto educativo individualizzato, ovvero del progetto di accoglienza da svolgere durante il periodo di permanenza del beneficiario all’interno del centro.

Il case manager deve infatti raccogliere le necessità e i bisogni del singolo beneficiario per costruire un progetto volto allo sviluppo dell’autonomia socio-lavorativa ed abitativa del soggetto in accoglienza.

Presso il SAI “Casa di Betania”, una volta che viene segnalato l’arrivo di un nuovo ospite, questo viene associato ad uno specifico case manager che si occuperà dell’individuazione e del monitoraggio del progetto di accoglienza durante i mesi di permanenza nel SAI.

Il primo colloquio che avviene tra case manager e beneficiario è definito colloquio di assessment, nel quale avviene la prima conoscenza effettiva tra il beneficiario e il case manager di progetto. Durante questo colloquio possono essere affrontati temi sensibili, quali i motivi che hanno portato il beneficiario a lasciare il proprio paese, oppure il viaggio migratorio, ma soprattutto è fondamentale comprendere le aspettative e le proiezioni dei beneficiari rispetto al proprio futuro e al proprio percorso di accoglienza.

Il ruolo del case manager è svolto dalla figura dell’educatore professionale, che attraverso l’utilizzo di tecniche psico-pedagogiche accompagna il singolo nel suo percorso di inclusione sociale sul territorio. Tuttavia, il lavoro del case manager non si esaurisce solo sul singolo beneficiario, ma si concretizza nella relazione con gli altri ospiti e operatori del centro. Il focus è primariamente sul singolo ospite, ma è necessario favorire un clima comunitario quanto più disteso e armonioso. Il lavoro condotto con il “gruppo” è determinante per garantire un progetto di accoglienza funzionale al singolo ospite.

L’assistente sociale

È la figura di collegamento tra l’Ente gestore e l’Ente locale.

Tale comunicazione è resa possibile tramite colloqui cadenzati che vengono effettuati in presenza dell’assistente sociale, degli operatori del SAI e dei beneficiari del progetto di accoglienza.

Secondo le gestione del SAI “Casa di Betania”, il primo colloquio a cui prende parte l’assistente sociale è proprio il COLLOQUIO DI INGRESSO, che avviene presso la sede dell’Ente locale in presenza del beneficiario appena accolto e del coordinatore del progetto.

In seguito, vengono effettuati dei COLLOQUI DI MONITORAGGIO, che permetto all’assistente sociale di verificare come stiano andando i percorsi di accoglienza dei beneficiari del progetto. Questi colloqui sono svolti presso l’Ente locale in presenza dell’assistente sociale, il beneficiario e il suo case manager di riferimento.

Infine, vi sono i COLLOQUI DI USCITA, che sanciscono la fase finale del progetto di accoglienza, anche questi colloqui sono svolti presso l’Ente locale in presenza del beneficiario con il corrispettivo case manager.

La presenza dell’assistente sociale è quindi cruciale per comunicare all’Ente locale i percorsi, le eventuali esigenze o difficoltà riscontrate dai beneficiari durante la loro permanenza nel progetto SAI. Inoltre, garantisce la possibilità di sviluppare reti che rendano attive altre realtà territoriali nel percorso di inclusione dei beneficiari del SAI.

Il mediatore linguistico-culturale

Il mediatore linguistico-culturale è una figura fondamentale e trasversale a tutti i servizi del SAI. È la figura ponte tra i beneficiari e gli operatori dell’accoglienza. Il suo intervento consiste in attività di traduzione, intermediazione e consulenza culturale. La sua presenza facilita non solo la comunicazione, ma anche la comprensione degli aspetti culturali riportati all’interno della relazione di aiuto.

Nel SAI “Casa di Betania”, il mediatore culturale è un operatore esterno assunto presso diverse cooperative di mediazione che viene spesso chiamato per effettuare interventi di mediazione durante i colloqui personalizzati tra gli operatori del SAI e i beneficiari (ad es., colloqui di ingresso, colloqui di assessment, colloqui con i referenti di area), ma può anche essere presente durante i vari accompagnamenti (ad es. visite specialistiche, colloqui di lavoro, colloqui psicologici, etc..).

Operatori area accoglienza

L’operatore dell’area accoglienza si occupa di tutte le questioni riconducibili alla gestione e monitoraggio delle strutture in cui vengono accolti i beneficiari.

Tutte le strutture devono essere in possesso dei requisiti previsti dalle norme vigenti in materia di urbanistica, di edilizia, di prevenzione incendi, di igiene e di sicurezza. L’allestimento e il mantenimento degli spazi di accoglienza sono gestiti dal referente di tale area.

Nel SAI “Casa di Betania”, una volta che il beneficiario fa ufficialmente ingresso nel progetto (in seguito alla firma del patto di accoglienza), il referente dell’area “logistica” si occupa della consegna delle chiavi (nel caso degli appartamenti) e dell’assegnazione di un posto letto (nei centri collettivi). Inoltre, provvede alla distribuzione del kit di igiene personale (dentifricio, spazzolino, shampoo, bagnoschiuma, rasoio, schiuma da barba, asciugamano, kit letto).

Le questioni di natura logistica vengono monitorate dal referente di area che si occupa di rispondere con prontezza alle eventuali criticità. In ogni caso, è necessario che i servizi di accoglienza materiale vengano strutturati in modo tale da favorire la partecipazione attiva e il coinvolgimento dei beneficiari nella cura degli spazi privati e comuni, in prospettiva di una futura autonomia abitativa.

Operatori area legale

Gli operatori di tale area sono fondamentali per fornire assistenza legale alle persone che beneficiano del progetto di accoglienza. Si tratta di personale formato su tematiche giuridiche in tema migrazione, dunque avvocati o personale con esperienza presso uffici amministrativi relativi all’area immigrazione.

L’accompagnamento legale fornito dell’avvocato interno al progetto, nello specifico, riguarda il supporto nelle domande di asilo, nella preparazione all’audizione presso la Commissione Territoriale e nell’espletazione delle pratiche di ricorso in caso di esito negativo della domanda di asilo. Inoltre, in caso di sinistri sul lavoro, informazioni relativi al ricongiungimento familiare o altre questioni di livello legale è possibile consultare gli operatori legali interni al progetto.

Presso il SAI di “Casa d Betania”, il referente dell’area legale si occupa del monitoraggio delle esigenze amministrative o legali dei beneficiari del progetto e di formalizzare contatti con le Istituzioni di riguardo quali Questure, Prefetture, uffici amministrativi dei Comuni, uffici fiscali, CAF etc. Inoltre, è fondamentale che il referente di area, con l’aiuto dei consulenti esterni, forniscano formazione e informazione relativamente ai diritti e i doveri dei beneficiari del progetto in quanto titolari di forme di protezione internazionale o altro tipo di protezione.

Operatori area sanitaria

Gli operatori dell’area salute sono necessari per acquisire e progressivamente comprendere nel modo più adeguato possibile i reali bisogni di carattere sanitario dei beneficiari e, dunque, di sostenerli e accompagnarli in un percorso personalizzato di tutela della propria salute.

Nello specifico, nel SAI “Casa di Betania”, il referente dell’area sanitaria ha la mansione di approfondire la conoscenza degli ospiti in accoglienza nel progetto, supportando l’intera équipe nell’individuazione dell’esigenze sanitarie. Inoltre, è suo compito informarsi riguardo alla normativa regionale in ambito sanitario e definire una mappatura dei servizi sociosanitari del territorio (ad es., ATS o CPS). Nella presa in carico sanitaria degli ospiti, il referente può essere supportato da figure interne o esterne all’equipe che hanno una formazione in ambito sociosanitario quali medici, operatori socio-sanitari, infermieri e psicologi.

A “Casa di Betania”, in fase di ingresso di un nuovo beneficiario questi è sottoposto ad uno screening sanitario iniziale effettuato dalle dottoresse, dal referente dell’area sanitaria, e del mediatore linguistico-culturale per verificare eventuali necessità. Nel corso del progetto di accoglienza il beneficiario può richiedere il supporto degli operatori dell’area sanitaria che, in collaborazione con i case manager, si occupano della programmazione di colloqui con in beneficiari per garantirne una presa in carico olistica e monitorare le condizioni di salute dei beneficiari del progetto. Il fine è quello di rendere i beneficiari autonomi nella presa in carico delle proprie esigenze sanitarie e nella conoscenza dei servizi di cura territoriali.

Per un’adeguata presa in carico dei beneficiari, è importante considerare anche la dimensione culturale e religiosa della salute e della cura. Infatti, ogni progetto territoriale – con l’ausilio della mediazione interculturale e dell’etnopsichiatria – dovrà saper accogliere eventuali esigenze dei beneficiari riguardo a forme di cura e trattamenti propri della cultura e della religione di appartenenza.

Operatori area lavoro e formazione

Gli operatori dell’area lavoro e formazione si occupano principalmente del supporto nell’inserimento lavorativo dei beneficiari del progetto SAI. Tale supporto è fornito su diversi livelli a partire da quello dell’orientamento al lavoro che comprende la redazione del CV e il bilancio delle competenze, alla formazione sia professionale che rispetto alle opportunità e il funzionamento del mondo lavorativo nel contesto di accoglienza, sino alla creazione di rapporti di collaborazione con i servizi di impiego attivi sul territorio. Inoltre, il progetto SAI è in grado di supportare economicamente l’inserimento lavorativo dei beneficiari attraverso il finanziamento di borse-lavoro o tirocini formativi volti ad un effettivo inserimento nel mondo del lavoro.

Nel SAI “Casa di Betania”, il referente area lavoro e formazione, con l’aiuto di consulenti esterni dell’area lavoro, si occupa del monitoraggio della situazione lavorativa dei beneficiari del progetto e della stipula di convenzioni volte all’inserimento lavorativo di questi ultimi. Durante le prime settimane di ingresso di un beneficiario, la referente di area e i consulenti esterni dell’area lavoro, organizzano incontri di conoscenza per valutare che tipo di presa in carico stabilire durante i mesi di accoglienza. Successivamente, vengono organizzati incontri di monitoraggio e verifica per valutare l’andamento del percorso di inserimento lavorativo.

In caso si tratti di persone senza un’occupazione, vengono svolti colloqui volti alla creazione del bilancio delle competenze e alla redazione del CV. Inoltre, i beneficiari vengono informati rispetto alle modalità di ricerca del lavoro attraverso i principali canali quali siti internet, agenzie e/o sportelli per l’impego e supporto nell’invio di auto-candidature. Infine, i beneficiari vengono supportati nella realizzazione di esperienze formative quali corsi di formazione oppure tirocini formativi e/o borse-lavoro volti all’inserimento lavorativo. Dall’altra parte, i beneficiari che fanno ingresso al progetto SAI che hanno già un’occupazione, sarà merito degli operatori interni ed esterni al SAI monitorare la qualità dell’occupazione in termini di tipologia contrattuale e diritti del lavoratore. Inoltre, potranno fornire supporto rispetto alla volontà dei beneficiari di cambiare mansione lavorativa, anche in termini di lavoro autonomo e auto-impresa.

Tutti i beneficiari del SAI sono tenuti a partecipare a corsi di formazione rispetto alle tematiche in materia di lavoro rispetto ai diritti/tutele e dovere dei lavorati alle tipologie contrattuali, alle normative specifiche in ambito lavorativo, e alla conoscenza degli enti attivi in materia di lavoro.

Infine, il referente dell’area lavoro dovrà arricchire la rete territoriale del progetto mediante la creazione di connessioni con le imprese di varie tipologie. Questo processo potrà iniziare con la realizzazione di una mappatura delle aziende presenti nel territorio e successivamente con l’attuazione di azioni di sensibilizzazione e promozione rivolte a queste imprese.

Operatori area housing

L’orientamento e l’accompagnamento per l’inserimento abitativo iniziano non appena il beneficiario entra nel progetto di accoglienza. Il referente dell’area housing ha il compito di fornire informazioni ai beneficiari sulle principali regole condominiali, sulla gestione responsabile dei consumi energetici, sulle “regole” per una buona convivenza con altri, e altro ancora. Inoltre, deve stabilire un dialogo con agenzie immobiliari, servizi comunali, organizzazioni del settore, proprietari privati e le relative associazioni, presentando in dettaglio il progetto di accoglienza e le caratteristiche delle persone ospitate.

Il passaggio diretto dal centro di accoglienza a una soluzione abitativa autonoma non è sempre immediato e spesso richiede il ricorso a soluzioni abitative “intermedie” e temporanee. Queste possono includere alloggi sociali collettivi o privati a tariffe calmierate, appartamenti condivisi con altri inquilini, strutture residenziali per la formazione professionale, o qualsiasi altra sistemazione temporanea adeguata, definita in base alle circostanze locali.

Nel SAI “Casa di Betania”, entro le prime tre/quattro settimane di ingresso di un nuovo beneficiario, il referente area housing organizza un colloquio di conoscenza con il beneficiario per spiegare il funzionamento dell’area, le opportunità abitative disponibili sul territorio, le modalità di ricerca abitativa, e stabilisce le necessità del beneficiario in merito all’inserimento abitativo. Le risorse per agevolare i processi di inserimento abitativo sono vare e diversificate, e, soprattutto, personalizzabili in base alle caratteristiche specifiche dei vari contesti locali e alle esigenze particolari dei beneficiari interessati.

In coincidenza con l’uscita del beneficiario dal progetto SAI, il referente dell’area alloggi si occupa di preparare la documentazione necessaria per l’uscita. Questa documentazione comprende il rilascio del foglio delle dimissioni e il pagamento di una somma chiamata “buona uscita,” che può arrivare a un massimo di 250 euro. Questa cifra è destinata a coprire i costi di viaggio, vitto e alloggio nei giorni immediatamente successivi all’uscita. Tale importo è concesso a tutti i beneficiari, previa valutazione delle prestazioni del beneficiario da parte di tutta l’equipe. Inoltre, previa approvazione da parte dell’equipe, il beneficiario potrebbe ricevere un sostegno finanziario denominato “contributo all’alloggio.” Questo contributo mira a facilitare la copertura di spese come la caparra, le commissioni delle agenzie, le spese di registrazione del contratto, i primi canoni d’affitto, i costi condominiali o le prime bollette di servizi pubblici. In alternativa, il contributo potrebbe essere utilizzato per l’acquisto di mobili, elettrodomestici e altri oggetti destinati all’arredamento di una nuova abitazione. L’importo massimo spendibile per questo contributo è di 2000 euro.

Operatori area inclusione

Gli operatori dell’area inclusione si pongono l’obiettivo di agevolare l’inclusione socioeconomica dei beneficiari, partendo da un concetto più ampio di inclusione sociale. Questo implica rafforzare il senso di appartenenza dei beneficiari alla comunità e garantire la coesione necessaria per una convivenza armoniosa nella comunità cittadina. Le principali aree di intervento di quest’area includono la promozione dell’apprendimento della lingua italiana e l’offerta di attività di animazione socioculturale ed educative all’interno dei progetti, spesso in collaborazione con le realtà locali coinvolte in questo campo. In aggiunta, l’inclusione dei beneficiari può essere potenziata attraverso opportunità di condivisione di informazioni e supporto reciproco tra i beneficiari stessi.

Nelle prime settimane di accoglienza, il referente dell’area inclusione del progetto SAI “Casa di Betania” si occupa dell’iscrizione dei beneficiari ai corsi di lingua italiana. La padronanza dell’italiano è un prerequisito fondamentale per partecipare a corsi di formazione o inserirsi nel mondo del lavoro. Pertanto, tutti i beneficiari del progetto SAI sono tenuti a frequentare almeno quindici ore settimanali di corsi di apprendimento o perfezionamento della lingua italiana. Questi servizi vengono forniti per tutta la durata del progetto di accoglienza, sia internamente al progetto SAI, con insegnanti certificati L2 che offrono corsi di lingua italiana in loco, sia esternamente tramite collaborazioni con entità come il CPIA (Centro Provinciale per l’Istruzione degli Adulti), associazioni del terzo settore e istituti scolastici. Oltre ai corsi di alfabetizzazione e apprendimento dell’italiano, il CPIA offre anche programmi di istruzione di base per ottenere la licenza media. In base al livello di competenza in italiano dei beneficiari, il referente di area determina il tipo di servizi da fornire. Nel caso in cui i beneficiari siano in possesso di un diploma o di titoli di laurea, il referente di area può anche gestire il processo di conversione e riconoscimento dei titoli, al fine di agevolare un ingresso in percorsi universitari o professioni di livello più avanzato.

In secondo luogo, il referente dell’area inclusione si occupa di organizzare attività di socializzazione, che comprendono iniziative culturali, sportive e ricreative, con l’obiettivo di valorizzare le abilità, le competenze e le aspirazioni dei beneficiari al di là del contesto lavorativo. Queste attività servono anche a prevenire l’emergere di situazioni di esclusione o emarginazione, promuovendo il dialogo interculturale con la comunità locale. La gamma di attività proposte è diversificata e coinvolge una varietà di enti, inclusi istituzioni pubbliche, scuole, comunità di cittadini stranieri, associazioni, organizzazioni del terzo settore, ed enti religiosi.

Il referente dell’area inclusione, in collaborazione con tutti gli altri membri dell’equipe, svolge un ruolo chiave nella creazione e gestione di legami con gli attori e le organizzazioni locali. Questo comprende una costante mappatura degli attori coinvolti e l’organizzazione di attività ed eventi di sensibilizzazione e promozione del progetto SAI a livello locale. Inoltre, si impegna a costruire canali di comunicazione e a promuovere collaborazioni e partenariati tra i diversi attori locali, nonché tra questi e altre entità a livello nazionale. Infine, si dedica a diffondere le buone pratiche relative alle attività, alle strategie e alle politiche di inclusione al fine di contribuire a un miglioramento generale nel campo dell’accoglienza e dell’integrazione.

 

 

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